Home/Il Ricettario di Cesarine/Arancina o Arancino? La diatriba che divide la Sicilia
Piatto con arancina palermitana

Arancina o Arancino? La diatriba che divide la Sicilia

Avranno ragione i catanesi che preferiscono il nome al maschile o i palermitani che utilizzano il femminile ? Un eterno dilemma ancora irrisolto. 
In Sicilia se si nomina la questione si rischia di scatenare dibattiti molto accesi che vedono gli abitanti delle diverse zone dell'isola "litigare" per decretare il nome corretto.

Se a Catania l'arancino è il re incontrastato, con una forma leggermente più allungata che imita simbolicamente l’Etna, a Palermo l'arancina regna sovrana, con una forma tondeggiante simile al frutto dell’arancia. 

La cosa certa è che, in entrambi i casi, parliamo di un’esplosione di sapori. Una croccante corazza dorata ottenuta mediante la frittura che trasforma questo godurioso cibo da viaggio in uno street food ante litteram e che possiamo trovare ovunque: nei mercati, nei forni, nelle friggitorie e sulle bancarelle. 

Questa specialità siciliana è stata riconosciuta ed inserita ufficialmente dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, nell’elenco dei PAT (Prodotti agroalimentari tradizionali italiani).

Con la ricetta della Cesarina Francesca Maria di Bagheria potrete divertirvi a preparare queste deliziose polpette di riso farcite, impanate e fritte. 

Siete curiosi di scoprire tutti i segreti dello street food più chiacchierato e amato della Sicilia? Scoprite le nostre esperienze a tema!

Esplora

Qual è la vera storia degli Arancini siciliani?

Le origini di questa pietanza risalirebbero al periodo di dominazione musulmana, tra il IX e l'XI secolo, quando durante i banchetti gli Arabi erano soliti collocare al centro del tavolo un vassoio colmo di riso aromatizzato allo zafferano, condito con carne di agnello e verdure, da appallottolare nel palmo della mano. Agli stessi Arabi si attribuisce non solo l'aspetto della pietanza ma anche la sua denominazione, in quanto spesso abbinavano nomi di frutti alle preparazioni di forma tonda e da qui nasce l'associazione con l'arancia, o meglio, con una piccola arancia, da cui deriva la scelta del femminile "arancina".

Per l’impanatura, dobbiamo attendere ancora qualche anno grazie ad un’invenzione geniale! La bella pensata viene attribuita al sovrano Federico II di Svevia che desiderava avere cibi facilmente trasportabili durante i suoi viaggi e le sue battute di caccia.

La croccante panatura ottenuta mediante la frittura avrebbe assicurato un’ottima conservazione del riso e del suo condimento, oltre ad una migliore trasportabilità.


Si dice "Arancino" o "Arancina"? 

Nel Dizionario siciliano-italiano di Giuseppe Biundi del 1857 compare il termine "arancinu", definito come "vivanda dolce di riso fatta alla forma della melarancia" mentre il passaggio al salato è documentato nel Nuovo vocabolario siciliano-italiano di Antonino Trina del 1868. 

Se il termine originale è "aranciu", come possiamo tradurlo in italiano? Arancina o Arancino? Per cercare di porre fine a questa sana diatriba serve l'intervento dell’Accademia della Crusca. Qual è la sua posizione nella questione?  

La base di partenza individuata dall'Accademia della Crusca è il termine "arancinu", perché nel dialetto siciliano l'arancia è chiamata "aranciu". La parola, con la progressiva diffusione dell'italiano nel nostro Paese, si trasformò poi in vari italiani regionali in "arancio" e non in "arancia". 

Arancino è davvero la versione corretta? Sì e no! Nell'italiano standard, quello a tutti gli effetti corretto, è "arancia" il giusto termine per definire il frutto dell'arancio. In conclusione, l’Accademia della Crusca considera valide entrambe le forme!

Copyright 2004-2024 © - Home Food s.r.l. Società Benefit

Area Legale e Privacy