
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Avranno ragione i catanesi che preferiscono il nome al maschile o i palermitani che utilizzano il femminile ? Un eterno dilemma ancora irrisolto.
In Sicilia se si nomina la questione si rischia di scatenare dibattiti molto accesi che vedono gli abitanti delle diverse zone dell'isola "litigare" per decretare il nome corretto.
Se a Catania l'arancino è il re incontrastato, con una forma leggermente più allungata che imita simbolicamente l’Etna, a Palermo l'arancina regna sovrana, con una forma tondeggiante simile al frutto dell’arancia.
La cosa certa è che, in entrambi i casi, parliamo di un’esplosione di sapori. Una croccante corazza dorata ottenuta mediante la frittura che trasforma questo godurioso cibo da viaggio in uno street food ante litteram e che possiamo trovare ovunque: nei mercati, nei forni, nelle friggitorie e sulle bancarelle.
Questa specialità siciliana è stata riconosciuta ed inserita ufficialmente dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, nell’elenco dei PAT (Prodotti agroalimentari tradizionali italiani).
Con la ricetta della Cesarina Francesca Maria di Bagheria potrete divertirvi a preparare queste deliziose polpette di riso farcite, impanate e fritte.
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La ricetta per preparare l'arancina: lo street food siciliano
Ingredienti
- Per il riso:
- 2 litri e 400 ml di acqua
- 1 kg di riso originario
- 2 dadi
- 2 bustine di zafferano
- 120 g di burro
- 2 foglie di alloro
- Sale e pepe q.b.
Per il ragù: - 500 g di macinato misto (manzo e maiale)
- 1 cipolla bianca
- 1 costa di sedano
- 1 carota
- 150 g di piselli
- 300 ml di passata di pomodoro
- 2 cucchiai di concentrato di pomodoro
- 1 bicchiere di acqua
- 1/2 bicchiere di vino
- Sale e pepe q.b.
- Olio extravergine di oliva
- 2 foglie di alloro
Per la panatura: - Pangrattato q.b.
- 400 g di farina 00
- 800 ml di acqua
Per la frittura: - Olio di semi di girasole
Procedimento
Preparazione del riso:
- In una pentola capiente, versate l'acqua, aggiungete i dadi, il burro, le foglie di alloro, il sale, lo zafferano e portate il tutto a ebollizione;
- Quando l’acqua bolle, versate il riso e abbassate la fiamma mantenendola sempre molto bassa;
- Fate cuocere per circa 12-15 minuti fino a ottenere un riso cotto al dente e asciutto;
- Una volta pronto, trasferite il riso dentro delle teglie e stendetelo con l'aiuto di un cucchiaio di legno;
- Copritelo e lasciatelo raffreddare.
Preparazione del ragù:
- In una pentola, aggiungete un filo d'olio extravergine di oliva, un battuto di carota, sedano e cipolla e fate soffriggere per qualche minuto;
- Unite le foglie di alloro e proseguite la cottura ancora per qualche minuto;
- Aggiungete la carne macinata e mescolate lasciando cuocere per qualche minuto;
- Sfumate con il vino e lasciate evaporare completamente;
- Una volta evaporato, aggiungete il concentrato di pomodoro, aggiustate di sale, pepe e continuando a mescolare aggiungete l’acqua proseguendo la cottura per un minuto;
- Aggiungete la passata di pomodoro, coprite con un coperchio e fate cuocere per circa 10 minuti, finché il liquido di cottura non si sarà rappreso;
- Aggiungete i piselli e cuocete a fiamma moderata fino a ottenere un ragù ben denso e asciutto.
- Una volta pronto, lasciate raffreddare.
Preparazione delle Arancine:
- Non appena il riso si sarà raffreddato, iniziate a lavorarlo con le mani formando delle sfere grandi quanto il palmo della vostra mano;
- Formate un buco al centro e inserite il condimento in modo da poterlo richiudere;
- Modellate le arancine rendendole lisce e compatte in superficie;
Panatura e frittura:
- In una ciotola, versate l'acqua e aggiungete poco per volta la farina 00 lavorando con una frusta fino a ottenere una pastella liscia e senza grumi;
- Passate le arancine nella pastella e successivamente nel pangrattato;
- Friggete le arancine in abbondante olio di semi ben caldo.
Siete curiosi di scoprire tutti i segreti dello street food più chiacchierato e amato della Sicilia? Scoprite le nostre esperienze a tema!
Qual è la vera storia degli Arancini siciliani?
Le origini di questa pietanza risalirebbero al periodo di dominazione musulmana, tra il IX e l'XI secolo, quando durante i banchetti gli Arabi erano soliti collocare al centro del tavolo un vassoio colmo di riso aromatizzato allo zafferano, condito con carne di agnello e verdure, da appallottolare nel palmo della mano. Agli stessi Arabi si attribuisce non solo l'aspetto della pietanza ma anche la sua denominazione, in quanto spesso abbinavano nomi di frutti alle preparazioni di forma tonda e da qui nasce l'associazione con l'arancia, o meglio, con una piccola arancia, da cui deriva la scelta del femminile "arancina".
Per l’impanatura, dobbiamo attendere ancora qualche anno grazie ad un’invenzione geniale! La bella pensata viene attribuita al sovrano Federico II di Svevia che desiderava avere cibi facilmente trasportabili durante i suoi viaggi e le sue battute di caccia.
La croccante panatura ottenuta mediante la frittura avrebbe assicurato un’ottima conservazione del riso e del suo condimento, oltre ad una migliore trasportabilità.
Si dice "Arancino" o "Arancina"?
Nel Dizionario siciliano-italiano di Giuseppe Biundi del 1857 compare il termine "arancinu", definito come "vivanda dolce di riso fatta alla forma della melarancia" mentre il passaggio al salato è documentato nel Nuovo vocabolario siciliano-italiano di Antonino Trina del 1868.
Se il termine originale è "aranciu", come possiamo tradurlo in italiano? Arancina o Arancino? Per cercare di porre fine a questa sana diatriba serve l'intervento dell’Accademia della Crusca. Qual è la sua posizione nella questione?
La base di partenza individuata dall'Accademia della Crusca è il termine "arancinu", perché nel dialetto siciliano l'arancia è chiamata "aranciu". La parola, con la progressiva diffusione dell'italiano nel nostro Paese, si trasformò poi in vari italiani regionali in "arancio" e non in "arancia".
Arancino è davvero la versione corretta? Sì e no! Nell'italiano standard, quello a tutti gli effetti corretto, è "arancia" il giusto termine per definire il frutto dell'arancio. In conclusione, l’Accademia della Crusca considera valide entrambe le forme!