A volte chiamato fiordilatte, altre latte alla portoghese o persino latte in piedi, questo budino semplice ma delizioso mantiene sempre la sua sostanza: un dessert dall'origine affascinante, a metà strada tra le corti portoghesi e le tradizioni del Nord Italia.
Ecco la ricetta del latte alla portoghese, un dolce delicato e cremoso che incanta con la sua semplicità. Pochi ingredienti, sapientemente combinati, per regalare un momento di pura dolcezza
Latte alla portoghese
Latte alla portoghese: un dolce delicato e cremoso che incanta con la sua semplicità
Ingredienti
- 1 l di panna freschissima
- 4 fogli di colla di pesce
- 50 g di zucchero
- ½ bicchiere di rosolio, anice e rhum mescolati
- Rhum q.b.
Procedimento
- Portate a ebollizione la panna, bagnate in acqua fredda i fogli di colla di pesce, Strizzateli e scioglieteli in un poco di panna calda ma non bollente.
- Passate il liquido per un colino e versatelo nel recipiente contenente l’altra panna.
- Aggiungete gli altri ingredienti.
- Prendete uno stampo, bagnatene il fondo e le pareti di rhum, versatevi il composto e lasciate in frigorifero per una notte.
- Al momento di versarlo sul piatto da portata, fasciate lo stampo con uno straccio inumidito in acqua calda: faciliterà l’operazione.
Dalle corti portoghesi alle tavole italiane
Le sue origini si intrecciano tra storia e leggenda. Una versione racconta che questo budino fu servito per la prima volta alla corte della famiglia De’ Medici, durante la visita di una delegazione portoghese. Un'altra versione, invece, accredita la sua importazione diretta dal Portogallo nel XVI secolo, probabilmente grazie a mercanti toscani di ritorno da un viaggio. Da lì, il dessert si diffuse nelle regioni di Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia.
Dalle tavole contadine alle pagine dell’Artusi
Questo dolce ha trovato un posto d’onore presso molte comunità contadine, fino a diventare una presenza fissa sulle nostre tavole, anche grazie al compositore Giacomo Puccini, che amava concludere i suoi pasti con questa dolce prelibatezza. La svolta definitiva, però, arrivò con Pellegrino Artusi: nel 1891, Artusi inserì la ricetta nel suo celebre volume, proponendola in tre varianti (alla vaniglia, al caffè e ai semi di coriandolo), consacrando così questo dolce nella tradizione italiana.