Acqua, farina di castagne e frutta secca, pochi ingredienti per creare un piatto, al confine tra dolce e salato, che ti prenderà per mano e ti accompagnerà durante queste giornate sempre più corte.
Il nostro Cesarino Andrea di Lucca ha condiviso con noi la sua ricetta per preparare questo delizioso dolce. Un dolce semplice con i profumi del bosco e il carattere ruspante della tradizione contadina: ecco la ricetta del castagnaccio.
Dal cuore del bosco alla tavola
La ricetta del castagnaccio trova le sue origini nella zona appenninica, al confine tra Toscana, Lazio, Emilia Romagna e Liguria. L’umanista Ortensio Landi, alla fine del XVI secolo, riporta la ricetta del castagnaccio nella sua opera “Commentario delle più notabili et mostruose cose d'Italia e di altri luoghi” attribuendola a Pilade da Lucca descritto come “il primo che facesse castagnazzi e di questo ne riportò loda”.
Come ogni ricetta tradizionale, anche questa adatta i suoi ingredienti in base al luogo: in Piemonte si prepara un castagnaccio più alto e morbido, con un impasto arricchito con mele renette, latte e miele. Un’altra rivisitazione piemontese prevede l’aggiunta degli amaretti sbriciolati, oltre che delle mele.
In Liguria, tra gli ingredienti compaiono anche i semi di finocchio, che aggiungono un gusto e un aroma molto particolari. Spostandosi verso il Sud Italia, si trova un’altra versione del castagnaccio, personalizzata con ingredienti della tradizione locale, come cedro candito e granella di mandorle (Campania); scorze di arancia e vino cotto per ammollare l’uva passa (Calabria); latte e gherigli di noce (Umbria) e cacao, uova, latte e lievito in Puglia, dove questo dolce è più simile a una torta classica, alta e soffice.
Nato come piatto povero, con il passare dei secoli la ricetta si è formalizzata, raggiungendo l’aspetto e gli ingredienti che conosciamo ora, con le sue differenti eccezioni. Oggi il castagnaccio è un PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale) del centro italia che soddisfa i gusti e le esigenze alimentare di tutti essendo, nella maggior parte delle sue varianti, un dolce senza glutine e senza derivati animali.