

Perché c’è una Giornata dedicata al caffè
Tra pochi giorni, precisamente il 1° ottobre, si celebra in tutto il mondo l’International Coffee Day, un evento che unisce milioni di appassionati di caffè e che non riguarda solo la bevanda in sé, ma anche la cultura e i valori che le ruotano attorno. È un’occasione per rendere omaggio a una tradizione millenaria, ma anche per riflettere su temi cruciali come la sostenibilità delle coltivazioni e le condizioni di lavoro dei produttori, dal contadino che raccoglie le bacche al barista che serve la tazzina fumante.
Lanciata ufficialmente a Milano durante Expo 2015, la giornata è ormai diventata globale. Ma tracce di manifestazioni dedicate al caffè si trovano già prima del 2015, come in Giappone nel 1983 e negli USA: nel paese a stelle e strisce si celebrava un National Coffee Day già nel 2005.
Quindi, tutti pronti: tra una settimana si festeggia una delle bevande più diffuse al mondo e se siete “animali social” potete condividere la vostra “coffee experience” con l’hashtag #InternationalCoffeeDay!
Storia del caffè
Le origini del caffè si intrecciano tra mito e storia. Secondo la leggenda il caffè sarebbe stato scoperto a Kaffa nel sud dell’Etiopia (il nome “caffè” deriverebbe proprio da Kaffa). Qui un pastore etiope di nome Kaldi notò che le sue capre diventavano instancabili dopo aver mangiato delle bacche rosse. Kaldi decise quindi di provare lui stesso quelle bacche: le abbrustolì, le macinò e le mise in infusione. Ottenne di fatto la prima tazza di caffè della storia, la sorseggiò e ne scoprì l’effetto stimolante, quell’effetto che avrebbe poi reso celebre il caffè in tutto il mondo.
La prima vera coltivazione di caffè sorse nello Yemen; da qui si diffuse in Arabia, Egitto e nei paesi mediorientali. Ma il merito di aver introdotto il caffè in Europa va ai mercanti veneziani, grazie ai loro rapporti commerciali con l’Oriente. In particolare lo si deve ai baili, ambasciatori della Serenissima presso l’Impero Ottomano: attenti osservatori delle costumi e delle tradizioni locali, fu grazie a loro che arrivarono in Europa molte usanze e prodotti dell’est, tra cui anche il caffè. Un contributo importante venne anche da Prospero Alpini, medico e botanico del Cinquecento, che documentò le proprietà del caffè nel suo trattato De Medicina Aegyptiorum.
Inizialmente guardato con sospetto, il caffè rischiò di essere bandito dalla chiesa in quanto “bevanda del diavolo”, ma fu salvato proprio da un Papa. Fu infatti Clemente VIII che piacevolmente stupido dal sapore di quel liquido scuro lo riabilitò ribattezzandolo “bevanda cristiana”.
Da lì il passo fu breve: in Europa sorsero le prime caffetterie, come il Caffè Florian a Venezia nel 1720 - la più antica caffetteria, il Caffè Greco a Roma e il San Carlo a Torino, luoghi di incontro ricchi di fermento culturale e crocevia per la circolazione delle idee.
Oggi il caffè non è solo una bevanda, ma un rito sociale e culturale. In Italia “prendere un caffè” significa fare una pausa, incontrarsi, raccontarsi, rafforzare legami interpersonali. È un gesto che scandisce la giornata, dal risveglio al dopo cena.
In altri Paesi il rito assume forme ancora più codificate: in Turchia, la preparazione è parte di un’antica cerimonia familiare; in Etiopia, la “coffee ceremony” (Buna Tetu) è un rituale che accompagna momenti comunitari e ospitalità. In tutto il mondo, insomma, il caffè è simbolo di amicizia, condivisione e convivialità e una tazzina diventa il pretesto per fermare il tempo e creare ricordi incancellabili.
Aneddoti
Molti personaggi illustri e artisti hanno avuto un rapporto speciale con il caffè, rimanendo stregati dalle note aromatiche di questa bevanda.
J.S. Bach, per esempio, amava così tanto il caffè da dedicargli una cantata; Beethoven prediligeva il caffè forte ed era così scrupoloso da contare 60 chicchi esatti per ogni tazza. Voltaire invece arrivava a berne fino a 50 al giorno. Il nostro D’Annunzio gli riservò una stanza intera al Vittoriale, piena di caffettiere e tazze. Nel cinema e nella tv, il caffè è diventato un’icona: dalla scena di Robert De Niro in C’era una volta in America, in cui l’attore per un interminabile minuto gira il cucchiaino in un tazzina per mescolare lo zucchero, alla presenza quasi ossessiva del caffè in molte scene di Twin Peaks, tributo del regista David Lynch a questa bevanda che lui amava moltissimo. Più recentemente, Hugh Jackman ha trasformato la sua passione in solidarietà fondando la Laughing Man Coffee Foundation.
Varietà di caffè
Le varietà di caffè sono oltre sessanta, ma solo quattro dominano il mercato globale, ciascuna con caratteristiche uniche che influenzano aroma, corpo e gusto.
- Arabica: è la regina del caffè e rappresenta il 70% della produzione mondiale. Cresce in alta quota, tra i 600 e i 2000 metri, e ha bisogno di un clima fresco e stabile. Il suo profilo sensoriale è delicato, con note floreali e fruttate, bassa acidità e un retrogusto elegante. È la varietà più apprezzata dagli intenditori, ma anche la più fragile, vulnerabile a parassiti e malattie.
- Robusta: come suggerisce il nome, è una pianta resistente, capace di crescere anche in condizioni difficili. Contiene quasi il doppio della caffeina rispetto all’Arabica e dà vita a un caffè più corposo, dal gusto deciso, con sentori di cacao e frutta secca e una crema densa di colore bruno. È la varietà più usata per le miscele da espresso.
- Liberica: originaria dell’Africa occidentale, ha chicchi molto grandi e un profilo aromatico intenso, a volte legnoso e affumicato. Non è tra le più diffuse, ma affascina per la sua particolarità.
- Excelsa: scoperta in Africa nel Novecento, è spesso utilizzata per arricchire le miscele grazie al suo aroma profumato e al gusto equilibrato, morbido e leggermente fruttato.
Metodi di estrazione del caffè
I metodi di estrazione del caffè possono essere raggruppati in due grandi categorie:
- estrazione per macerazione, basata sul contatto prolungato tra caffè e acqua
- estrazione per percolazione, dove l’acqua attraversa uno strato di caffè per cadere in un contenitore
Vediamo i principali metodi di estrazione del caffè: ognuno di essi racconta una storia e regala esperienze sensoriali differenti:
- Pour-over: consiste nel versare lentamente acqua calda sul caffè macinato contenuto in un filtro di carta. Questo metodo, nato a fine ’800 e perfezionato da Melita Bentz nel 1908, esalta aromi e delicatezza. Il risultato è una tazza pulita, leggera, adatta a chi ama cogliere tutte le sfumature.
- French press: inventata da Attilio Calimani nel 1929, è semplice e alla portata di tutti. Si lascia il caffè macinato grosso in infusione per qualche minuto e poi si abbassa il pistone con il filtro. La bevanda che si ottiene è corposa, con una texture vellutata.
- Caffettiera napoletana (cuccumella): nata in Francia nel 1819 e adottata con entusiasmo a Napoli, si compone di due contenitori che si rovesciano durante la preparazione. Il nome deriva da “cuccuma”, ovvero “piccolo contenitore in rame”. L’estrazione richiede un po’ di pazienza, ma regala un caffè morbido e aromatico, ideale da sorseggiare con calma.
- Moka: simbolo delle case italiane, inventata da Alfonso Bialetti nel 1933, è oggi un’icona di design oltre che simbolo della cultura popolare. Il suo caffè è intenso, con un carattere deciso che accompagna i momenti quotidiani.
- Espresso: il metodo più diffuso nei bar, inventato da Achille Gaggia a metà del Novecento. La pressione elevata estrae in pochi secondi un caffè concentrato, denso e cremoso: la quintessenza dello stile italiano.
- Caffè turco: tra i più antichi, prevede di bollire il caffè macinato finissimo nel tipico bricco chiamato cezve. Non viene filtrato e secondo la tradizione il sedimento sul fondo può essere “letto” per scoprire il proprio futuro. Il risultato è una bevanda forte, speziata e rituale.
Il giro del mondo di caffè in caffè
In Italia le varianti che può assumere una tazza di caffè sembrano infinite. Oltre al gran classico, cioè l’espresso, c’è il caffè ristretto, quello lungo, il macchiato (caldo o freddo), il corretto, il deca, lo shakerato, il marocchino, solo per ricordarne alcuni. Per non parlare delle declinazioni più fantasiose (e a volte discutibili) che si sono diffuse in tutto il mondo sotto l’influenza di grandi catene come Starbucks che hanno portato sui banconi dei bar bevande come il Caramel Macchiato, il White Chocolate Mocha, il Caffè Mocha o il Pumpkin Spice Latte.
Quasi ogni Paese ha la sua ricetta per dare un tocco speciale al caffè. Vediamone alcune tra le più curiose e sorprendenti! In Messico è possibile gustare il café de olla, preparato con cannella e zucchero di canna. Per gli amanti dell’alcool esiste anche la variante con tequila e liquore al caffè. Spostandoci in Spagna, oltre al classico café con leche, possiamo gustare il café bombón, preparato con latte condensato, o il café con miel con miele e cannella. In Austria è celebre il Wiener Melange che unisce caffè, tuorlo d’uovo, zucchero e panna montata; mentre andando più a nord, in Germania, si può provare il Pharisaer, una bevanda a base di caffè, rum e panna: calorica ma decisamente confortante. In questo elenco non poteva mancare il famosissimo e intramontabile Irish Coffee, l’Irlanda ci ha regalato questo classico internazionale dove il caffè incontra il whiskey e la panna dando origine a una bevanda che riscalda l’anima nelle fredde giornate invernali. In Senegal, infine, si può provare il Touba, un caffè aromatizzato con pepe di Guinea e chiodi di garofano, dal gusto davvero particolare.
Dove si produce il caffè
Il caffè nasce nelle fasce tropicali di America Latina, Africa e Asia, dove il clima caldo-umido favorisce la crescita delle piantagioni. Ogni Paese produce varietà con caratteristiche uniche: il Brasile è il primo produttore al mondo (copre il 30-40% della produzione globale) e fornisce sia Arabica sia Robusta; segue il Vietnam che copre il 17% della produzione mondiale ed è famoso per la varietà Robusta. Seguono Colombia, Indonesia (dove si può trovare il pregiato Kopi Luwak), Messico, Guatemala, Honduras, Perù, Etiopia e India. L’India è nota per il Malabar Monsoon, un caffè unico grazie al suo processo di lavorazione “monsonato”: dopo la raccolta, i chicchi vengono esposti ai monsoni per alcuni mesi. I venti umidi gonfiano i chicchi e ne modificano il colore e l’aroma, producendo un caffè poco acido e caratterizzato da note terrose, di cioccolato e spezie.
Consumi di caffè in Italia e nel mondo
Il caffè è la seconda bevanda più bevuta al mondo dopo l’acqua. In Italia ci sono oltre 150.000 bar che ogni giorno servono circa 95 milioni di tazzine. Numeri da capogiro. Eppure, sorprendentemente, noi italiani non siamo i maggiori consumatori: con 5,9 kg pro capite l’anno, l’Italia si colloca solo al 13° posto. Guidano la classifica i Paesi del nord Europa: in testa la Finlandia con 12 kg pro capite e a seguire Norvegia (9,5 kg), Islanda (9 kg) e Danimarca (8,6 kg). Al di fuori dell’Europa si segnala il Canada, che con una media di 6,4 kg pro capite conquista il decimo posto; mentre il Brasile, il maggiore produttore di caffè al mondo, raggiunge solo la 14° posizione.
Benefici e rischi del caffè
Ogni giorno per noi italiani la tazzina di caffè rappresenta un rito irrinunciabile. Ma quali sono gli effetti che sul nostro organismo ha l’assunzione di caffeina? Gli esperti delle più svariate discipline hanno stilato un elenco di quelli che sono i pro e i contro derivanti dall’assunzione di questa amata bevanda.
Benefici:
- Aiuta la digestione perché stimola la secrezione gastrica e biliare;
- Stimola la funzionalità cardiaca e nervosa;
- Favorisce il dimagrimento con un effetto lipolitico, poiché la caffeina stimola l'utilizzo dei grassi; allo stesso tempo - se assunto in dosi massicce - il caffè fa diminuire l’appetito.
Rischi:
- Un eccesso di secrezione gastrica può causare danni al sistema digerente (motivo per cui il caffè è controindicato a chi soffre di ulcera, gastrite o reflusso gastroesofageo);
- l'effetto stimolatorio sulla funzionalità cardiaca e nervosa è controproducente per chi soffre di insonnia e ipertensione e un eccesso di caffeina può portare a tachicardia;
- L'effetto inibitorio sull'assorbimento di calcio e ferro può favorire l’anemia e l’osteoporosi.
Detto ciò, quanto caffè si può bere quotidianamente? Un limite ragionevole è fissato nell'assunzione di 300 milligrammi di caffeina al giorno. Un espresso fornisce mediamente 60 mg di caffeina per un totale di 5 caffè espresso al giorno; mentre il caffè della moka ne contiene 85 mg per un totale di poco più di 3 caffè al giorno.
Bisogna però tenere presente che la caffeina è presente anche in altri alimenti (come il tè e la cioccolata) e anche quelle quantità sono da considerare nel calcolo totale giornaliero. In linea di massima, viene consigliato un massimo di tre tazzine di espresso al giorno per donne e uomini di corporatura esile e di quattro tazzine per uomini di costituzione più robusta.