Dicembre è arrivato e con lui la magia del Natale, il periodo dell'anno in cui la famiglia si ritrova e passa del tempo assieme, anche a tavola.
Per riscaldare l’atmosfera e accompagnarvi in un viaggio all’insegna dell’atmosfera natalizia, abbiamo pensato a una serie di quattro gustose ricette natalizie. La settimana scorsa abbiamo condiviso con voi la ricetta della lasagna napoletana, oggi vi porteremo la ricetta dell’arrosto in crosta e parleremo della storia di Babbo Natale.
L'arrosto in crosta, di manzo o maiale, rappresenta una variante locale del celebre filetto alla Wellington, adattata agli ingredienti e ai gusti italiani. Se il filetto alla Wellington deve il suo nome e la sua fama al Duca di Wellington e alla tradizione inglese, l'arrosto in crosta ha preso forma come un'interpretazione più semplice e accessibile, mantenendo però il fascino della carne avvolta in una crosta croccante e saporita.
Mentre il filetto alla Wellington è caratterizzato dall'uso di pasta sfoglia, funghi, e prosciutto crudo, accompagnato talvolta da una salsa Madeira, l'arrosto in crosta è un piatto versatile che riflette le tradizioni regionali italiane: al posto del patè di funghi, troviamo spesso verdure, pancetta o formaggi locali che arricchiscono il sapore della carne. Questa reinterpretazione permette di esaltare i sapori tipici del territorio, rendendo il piatto ideale per pranzi domenicali o cene festive.
Il piatto di cui andremo a mostrarvi la preparazione ora, condivide con il filetto alla Wellington l'obiettivo di preservare i succhi della carne e creare un contrasto tra morbidezza interna e croccantezza esterna. La sua versatilità lo rende però una preparazione più familiare, veloce e adattabile a molteplici occasioni e gusti.
Questa ricetta, insieme alla lasagna alla napoletana e ai crostini ai fegatini, va a comporre le pietanze salate del nostro menù di Natale 2024.
La storia di babbo natale
Dopo aver preparato questo croccante arrosto in crosta che riempirà la casa di profumi caldi e accoglienti, è impossibile non pensare alle tradizioni che le rendono speciali le feste. Parlando di tradizioni, sapete qual è la storia di Babbo Natale e come è diventato il simbolo che conosciamo oggi? Ecco un piccolo viaggio nel passato.
La figura di Babbo Natale, tanto amata dai bambini e simbolo universale delle festività natalizie, ha origini antiche e radicate in tradizioni religiose, culturali e popolari che si sono intrecciate nei secoli.
Le origini: San Nicola di Myra
Tutto inizia con San Nicola, un vescovo vissuto nel IV secolo a Myra, nell’attuale Turchia. Conosciuto per la sua straordinaria generosità e per i miracoli attribuiti alla sua intercessione, San Nicola è ricordato in particolare per la leggenda delle tre ragazze povere: secondo la tradizione, donò loro borse di monete d’oro, calandole attraverso la finestra o lasciandole nelle calze appese ad asciugare, salvandole così da un destino di miseria. Questo gesto è considerato il primo seme della tradizione dei regali natalizi. Dopo la sua morte, il culto di San Nicola si diffuse in tutta Europa, trasformandolo in un simbolo della generosità.
La trasformazione della leggenda
Con la migrazione europea nel Nuovo Mondo, la tradizione di San Nicola si mescolò con altre influenze culturali. Negli Stati Uniti, la figura fu ridefinita nel XIX secolo, specialmente grazie alla poesia "A Visit from St. Nicholas" (1823), attribuita a Clement Clarke Moore. Qui Babbo Natale appare come un personaggio allegro, paffuto, con la barba bianca, che viaggia su una slitta trainata da otto renne, distribuendo doni ai bambini nella notte di Natale.
Un altro contributo fondamentale per la costruzione della sua iconografia moderna venne dalla Coca-Cola: negli anni '30, infatti, l'azienda lanciò campagne pubblicitarie con illustrazioni di Babbo Natale realizzate da Haddon Sundblom. Il Babbo Natale di Sundblom, con il suo abito rosso e bianco e il volto sorridente, divenne un’immagine universalmente riconosciuta.
Gli elementi simbolici
La dimora al Polo Nord, la slitta volante e le renne (inclusa la famosa renna Rudolf, creata nel 1939) sono invenzioni della cultura popolare che hanno arricchito la figura di Babbo Natale. Questi dettagli, pur privi di radici storiche, hanno contribuito a renderlo un simbolo magico e senza tempo, capace di incantare grandi e piccini.
Un simbolo universale
Nonostante le sue origini cristiane, Babbo Natale è oggi una figura universale. Egli incarna valori quali la bontà, la speranza e la generosità; la sua figura ha superato i confini religiosi e culturali, fino a diventare elemento dominante, addirittura sopra ogni tipo di figura religiosa legata alla festività.