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Pettole, pittule, piatto tipico pugliese per natale o san martino

Le pettole: bocconcini di pasta fritta tipici di San Martino

Tra qualche giorno, l’11 novembre, si celebrerà la festa di San Martino, giornata in cui, secondo la tradizione, il clima si fa piacevolmente più mite, tanto che questo periodo dell’anno è anche noto come “estate di San Martino”.

Il cibo ha un ruolo centrale durante queste celebrazioni e oggi, assieme alla nostra Cesarina Katia da Lecce, vi presentiamo la ricetta per preparare un piatto tipico della Puglia (più precisamente del Salento), che è sì protagonista indiscusso delle feste natalizie, ma che viene preparato anche a novembre (soprattutto a Lecce) proprio in occasione della festa di San Martino: le pettole.

Preparazione pettole, pettole mentre friggono in padella, Cesarina Katia accanto a tavola imbandita

La ricetta delle Pettole

Le pettole, o pittule in dialetto salentino, sono delle deliziose palline di pasta lievitata fritte in olio bollente, dorate e croccanti fuori e morbide dentro. Semplici e sfiziose, si preparano con tre semplici ingredienti: acqua, farina e sale.
Il consiglio è di gustarle appena fatte, quando sono ancora fragranti: sono ideali come antipasto, come accompagnamento a dei fiori di zucca fritti o anche come dolce a fine pasto, intingendole nel miele, nel vincotto o semplicemente spolverandole di zucchero.
Le pettole sono un piatto tipico della Puglia, di alcune aree della Basilicata e in Toscana esiste una ricetta simile: i coccoli fiorentini.

E allora: non perdiamo altro tempo e mettiamoci ai fornelli per portare in tavola questi gustosi bocconcini di pasta fritta!

Pettole pittule, piatto tipico pugliese per le feste di Natale e per San Martino

Pettole

Dorate e fragranti: gli squisiti bocconcini di pasta fritta lievitata della tradizione pugliese

DifficoltàMedia
Tempo preparazione3h
Tempo cottura5m
Porzioni7
CostoBasso

Ingredienti

  • 1 kg di farina
  • Un cubetto di lievito di birra
  • Acqua tiepida q.b.
  • Sale

Procedimento

  • In un grande recipiente mettete la farina setacciata, il lievito di birra, l’acqua e infine il sale.
  • Lavorate con una mano fino a ottenere un impasto morbido e privo di grumi.
  • Coprite il recipiente con l’impasto e mettetelo in un luogo caldo per almeno tre ore.
  • Dopo la lievitazione, passate alla cottura: in una pentola scaldate l’olio, poi con un cucchiaio prendete una noce di impasto e friggetela fino a che non diventi dorata; dopo di che riponetela su un piatto con carta assorbente. Continuate fino a terminare l’impasto.


Il Consiglio di Cesarina Katia: per preparare pettole più ricche potete aggiungere all'impasto baccalà, cavolfiore, rape, o pomodorini.

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Le ricette tipiche per la festa di San Martino

Tra i piatti più noti per la festa di San Martino, oltre alle pettole di cui vi abbiamo appena presentato la ricetta, troviamo il castagnaccio, il dolce autunnale per eccellenza a base di farina di castagne, pinoli, uvetta, noci e rosmarino; la polenta uncia, un tripudio di gusto ottenuto dall’uso sapiente di ingredienti poveri; le muffolette, panini di forma circolare ricoperti di semi di sesamo; e i biscotti di San Martino, tipici dolci siciliani dal profumo inconfondibile di anice e cannella. E la lista potrebbe continuare!

Castagnaccio, polenta uncia, muffolette, biscotti di San Martino: ricette tipiche per la festa di San Martino (detta anche festa delle lanterne)

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Perché questo periodo dell’anno è noto come “estate di San Martino”?

Siamo nella prima metà di novembre e vi sarà capitato di sentire qualcuno riferirsi a questo periodo dell’anno come all’”estate di San Martino”, che “dura tre giorni e un pochino”. In questi giornate le temperature aumentano dando l’impressione di vivere un’estate fuori stagione. Che questo sia vero o frutto solo dell’immaginazione, è interessante scoprire da dove nasce questa credenza.

Martino: da soldato romano a vescovo

Per trovare le origini di questa “estate autunnale”, dobbiamo andare molto indietro nel tempo. Di stanza in Gallia c’era un giovane soldato romano di nome Martino. Uscendo a cavallo dalla città francese di Amiens in una giornata plumbea e piovosa, incontrò un mendicante infreddolito; mosso a compassione, Martino tagliò metà del suo mantello e lo donò a quel povero. Improvvisamente il sole si fece largo tra le nubi e iniziò a splendere e a scaldare come in piena estate. Quella notte Martino vide in sogno una persona che indossava proprio quel pezzo del suo mantello: era Gesù Cristo. Martino udì Gesù dire ai suoi angeli: “Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito”. Colpito da quella visione, Martino decise di lasciare per sempre la carriera militare e di dedicarsi alla vita religiosa. Venne nominato vescovo di Tours nel 371 per volere del popolo.

Oggi Martino è un santo amato in tutto il mondo: nella sola Francia si contano più di 4000 chiese a lui dedicate e molte città portano il suo nome.

San Martino dona parte del suo mantello a un mendicante

La festa di San Martino

La festa di San Martino, detta anche festa delle lanterne, è un appuntamento imperdibile nell’autunno italiano. Le sue origini risalgono alla notte dei tempi e sono collegate a riti pagani dedicati al culto dei morti e alla celebrazione del raccolto: i festeggiamenti si tengono infatti nei giorni autunnali in cui si stappa e si benedice il vino novello, le attività agricole si fermano e si ringrazia la terra per i suoi frutti: dalle castagne al vino, fino ai cereali. Non ci si deve stupire, quindi, se le ricette di San Martino sono molto numerose, includendo preparazioni sia dolci che salate.

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